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Art0029
11-febbraio-2022
Davide
“Jack94”
Gelmetti
T 4'
SUDORE
Dong, Dong
Son tornate le due di notte
Ancora
Le lenzuola bianche
Come d'ospedale (o d'obitorio)
Avvolgono le mie carni
Madide
Il sudore è solo un
Distillato di fatica
O di follia
Dunque solo i folli
E gli stremati
S'adornano di queste perle odorose
Questo puzzo acre di vita
Lercio fetore d'esistenza
Certo,
Non si assolve in quattro
Righe
La fatica di questo respirare
Le due
Tempo inesistente, schizofrenico
Non più la morte di oggi
Non ancora la morte di domani
Una semplice presente attesa
Come Dio.
Ding
Le due e trenta
Cos'è questa lama nella carne?
I preti la chiamano peccato...
Hanno officiato con vesti d'oro
Sfilato in processione
Cesellando tale verbo in gregoriano
Nella muta lingua del turibolo,
La spira evanescente d'incenso,
E nelle piaghe d'un crocifisso
Pesto e sanguinante
Solo questo leggono: la colpa
Di essere nati
Umani
Io, nel mio cantuccio,
Non ho colpe: trascino solo orrori
Necessari.
Ma la necessità non salva: resto
Un complice di questi morti intorno.
Sono morto io stesso d'altra parte
Molte volte, e qualche volta mi è parso
Persino di rinascere
Ma era una nuova morte.
Complice di un mondo di morti:
Siamo noi i morti, che ci trasciniamo
Dallo smartphone alla toilette
Dalla solitudine al cesso
Per vomitare ancora (ancora)
Il disgusto per questo mondo
Come una sbornia da smaltire
Lager-gulag-foiba
Piantagione
Miniera di silicio
Fonderia
Ufficio forse?
FirmaTimbraLeggiScrivi
FirmaTimbraLeggiScrivi
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Alla vostra sinistra, viaggiatori,
Potete ammirare l'Inferno
O alla vostra destra, tanto è uguale
Ove siamo già, ecco la morte
Ecco il fuoco inestinguibile
Quindi, unica questione urgente
Per qualunque filosofia futura:
Come non essere morti qui e ora
Mentre ancora respiriamo.
Riformulo: quale amore salva?
Primo.
Marie A. e il cielo azzurro e le nuvole
E il cassetto segreto delle caramelle
Nella scrivania del nonno
Sono incroci di piste di tempo
E bellezza
Che producono a margine l'Io
Non è amore che puoi raccontare
Si può solo accennare, indicare
È il cristallo dei nostri ricordi
Della nostra finestra sul mondo
Desiderio selvaggio e gioioso
Di amare se stessi per ciò che si è
Amore singolare
Ma non basta. Secondo.
Tutto ciò di cui sono una parte
È più di me stesso: così io esisto
Ma solo in quanto funzione
Parziale, sottratta, isolata
Solo a posteriori
Dunque l'amore va aperto
Squarciato a contenere il reale
Amore plurale
Non è sufficiente. Terzo.
È un vizio diffuso confondere
Amore e conservazione.
Amore come vaso canopo
Amante imbalsamatore
Ma amare è cambiare se stessi
E ciò che si ama.
Desiderio di metamorfosi
Divenire altro, di più
Amore è muoversi, esplodere
Di bellezza, giustizia, bene
Abbattere muri fascisti, fili spinati
Congiunzione multipla
Amore bombarolo
Dong, Dong, Dong, Dong, Dong...
Non smette più di battere
Il pendolo
Ha compiuto ormai la sua missione:
È giunta l'ultima ora della notte!
Quella della Rivoluzione